Decarbonizzazione porti, quale futuro per l’elettrificazione in banchina? – Propeller Club Livorno

Gloria Giani

LIVORNO – “L’energia per la transizione passa dalla nave alla banchina, fino all’indotto retro-portuale” è il tema affrontato dal convegno svolto ieri sera a Livorno e promosso dal Propeller Club Port of Leghorn.

Un dibattito introdotto dalla presidente del Club, Maria Gloria Giani Pollastrini, al quale hanno preso parte gli esperti e i rappresentanti del cluster marittimo-portuale: Giacomo Rispoli ceo Myrechemical, Damiano Landi per conto di Terna, Paolo Ferrandino segretario generale di FISE Uniport e Daniele Ciulli general manager Spezia e Carrara Cruise Terminal. A valle di tutto le conclusioni del consigliere del Propeller di Livorno Luca Brandimarte, responsabile Ports Logistics & Competition Assarmatori.

L’elettrificazione di banchina, quale sarà il  futuro di questo “strumento atteso da anni per il processo di decarbonizzazione dei porti e quindi del trasporto marittimo” – si legge in una nota del Propeller Club labronico  – ma anche strumento “fondamentale per migliorare la qualità di vita di quelle aree residenziali – e in Italia sono molte – che si affacciano proprio sugli scali”.

“Infrastruttura anche complessa per la sua realizzazione, alimentazione e gestione, che coinvolge molteplici soggetti. È il cosiddetto Cold-Ironing, ovvero la possibilità di alimentare le navi in sosta nei porti tramite energia attinta dalla banchina. Un tema scandagliato ieri nel corso dell’incontro organizzato dal Propeller Club di Livorno dall’eloquente titolo

“La nostra scelta è stata chiara – commenta Pollastrini – Abbiamo voluto approfondire un tema di grande attualità, strettamente legato al processo del PNRR, mettendo intorno al tavolo tutti i soggetti coinvolti in questa filiera: i produttori, i distributori, i clienti siano essi terminalisti o armatori. Provando a fare luce a 360° su questa importante materia, ne sono emerse le grandi potenzialità, che sono sotto gli occhi di tutti, ma anche le complessità legate, oltre che alla realizzazione il cui procedimento è già in corso a Livorno come in diversi altri scali italiani, alla gestione dell’infrastruttura stessa e ai profili di responsabilità che ne derivano. Sono emersi spunti interessanti, difficili da approfondire completamente nel corso di un solo incontro. Per questi motivi, nell’ambito del ciclo di convegni che abbiamo da poco iniziato, ci siamo ripromessi di tornare in argomento quanto prima”.

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“Il quadro della situazione è ancora molto frastagliato – conclude la presidente del Propeller Club labronico – ma siamo di fronte ad una svolta epocale per il cluster marittimo e portuale. Giusto quindi prendere in debita considerazione anche tutte le criticità per far sì che l’infrastruttura, una volta realizzata, possa centrare gli ambiziosi obiettivi che tutti stiamo ricercando”.

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